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Psicoanalisi
e musica
La musica del diavolo: il diavolo nella musica
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]
che cos'è la Musica, che nasce da strumenti che amplificano
i poteri del corpo ( la gestualità affettiva del violino
o del contrabbasso, la determinatezza dell'esternazione della voce,
nei fiati). Essa è forse diabolica, perché aumenta
i poteri dell'Uomo? O forse è divina, perché congiunge
con la sua "fisicità transizionale" il corpo dello
spettatore alla mente del musicista?
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[
] il Diavolo
non è solo un simbolo, perché ci coinvolge fisicamente.
Il Diavolo è tipicamente un archetipo.
Tale archetipo è simbolo e interazione biopsicologica da esso generata.
A differenza del simbolo, che allude solo a significati, l'archetipo ripropone
alle percezioni somatopsichiche attuali i vissuti (genetici) del contesto
storico di quando esso iniziò a essere frequentemente usato, diventando
parte del quotidiano. L'archetipo può quindi essere definito un
simbolo genetico, che, interagendo con le associazioni mentali, "impregna"
delle emozioni a cui è correlabile il comportamento cognitivo e
affettivo, entrando così nella biologia psicofisica. Quello del
Diavolo è tipicamente un archetipo, perché è indubbio
che il suo simbolismo è antichissimo e universale. Esso va dalle
proiezioni animiste delle religioni più antiche (il fulmine, il
terremoto, l'uragano, ecc., personificate dell'induismo da Shiva), al
mito del compendio del bene col male nella genesi della via (Seth assassino
di Osiride; Arimane esecrato da Zarathustra
), tema sul quale si
affaccia l'ombra della Dea Madre, o della Grande Dea ( a seconda delle
accezioni simboliche di antropologi e archeologi).
[
] "nell'opera
di Ginzburg, si nota che la venerazione del Diavolo (o lotta contro di
lui) fu una dinamica isolata tra i Potenti, intolleranti e integralisti,
e quanti non riuscivano più a sopportarne il potere.
Il Diavolo, il vero principe delle tenebre, non è degli artisti,
ma dei potenti religiosi e integralisti che, trovandolo nei deboli esseri
che trasgrediscono, inventano norme per sentirsi loro stessi in qualche
modo potenti.
La venerazione o la lotta per il Diavolo alimentarono dunque un circolo
vizioso, un'assurda vergogna storica che, peraltro, diede vita, incredibilmente,
alla musica trovadorica, base del filone affettivo della musica occidentale".
PAOLO ROSSI
[
] fermare
l'attenzione sulla presenza del diabolico nella musica non solo nella
versione "diavolo" inteso etimologicamente come "colui
che calunnia, che denigra, il mordace, il maligno", ma anche nell'accezione
di daimon, genio buono o cattivo, che distribuisce sorte, che suggerisce
e influenza inconsciamente le nostre percezioni sul reale. [
] Ciò
introduce una dilatazione, demoniaca appunto, della nostra abituale percezione
sensoriale, una sorta di preconcezione della sensorialità, un terzo
occhio. "Apri il tuo occhio teatrale, il grande terzo occhio che
scruta il mondo attraverso gli atri due", suggerisce Nietzsche nel
1881 [
]"
ROSALBA CAROLLO
A cura di ROSALBA
CAROLLO, "Psicoanalisi e musica - LA MUSICA DEL DIAVOLO: IL DIAVOLO
NELLA MUSICA"
MORETTI & VITALI EDITORI,
2000 - BERGAMO
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Tarantismo
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