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Internet e la Madonna

Internet e la Madonna

" Dagli anni ottanta, il visionarismo cattolico, specialmente quello mariano, ha avuto un'espansione straordinaria e ha impresso una curvatura imprevedibile alla trasformazione della Chiesa, richiamando un'atmosfera preconciliare di opposizione alla modernità. Ma non si è trattato di un ritorno, peraltro impossibile, al premoderno, ad una religiosità popolare contadina. Si è sviluppato piuttosto un melange spesso inestricabile tra motivi arcaici ed elementi di tarda modernità.

Nella cultura visionaria, la religione cattolica, tradizionalmente basata sulla fede e sulla non-visione, si sta gradualmente trasformando in una religione "scientificamente" sperimentata e soprattutto fondata sulla visione diretta dell'aldilà, grazie al diffuso e molteplice uso degli strumenti tecnologici. Internet, che è il passo più recente della tecnologizzazione del prodigio, è diventato un mezzo di organizzazione del visionarismo, costruzione di comunità, devozione.

In Rete si prega, si organizzano gruppi di corrispondenza, si scambiano oggetti oltre che preghiere e consigli, si visitano i siti come in pellegrinaggio, si dirigono pratiche rituali. La Rete permette di stringere le relazioni e moltiplicare i contatti in una maniera prima inimmaginabile ma, allo stesso tempo, finisce anche per provocare una messa tra parentesi di Dio stesso, riassorbito nelle involuzioni incessanti e spesso anche casuali dei circuiti tecnologici e del nuovo rapporto uomo-macchina."

"[…] la Rete esalta soprattutto il singolo navigatore, cui attribuisce un ambito di libertà amplissimo, permettendogli di muoversi senza vincoli, di accettare o rifiutare, costruire o decostruire, togliere o inserire. A lui e solo a lui spetta la selezione, la scelta, la decisione sulla ispirazione delle visioni e dei messaggi, sull'ortodossia, sui trucchi, sul diavolo e l'acqua santa, poiché il tradizionale vaglio dell'auctoritas istituzionale si viene a trovare sullo stesso piano di qualunque altro nell'orizzontalità della Rete, e gli stessi veggenti non possono accedere a una posizione forte ed esclusiva, poiché sono tutti livellati dal meccanismo elettronico.

Per converso questo cyber-navigatore, balzato sul ponte di comando della navigazione on line, prima o poi arriva a sperimentare una radicale perdita del centro - orientamenti, fondamenti, gerarchie -, scomparso insieme alla periferia nel non-luogo per definizione. Nel flusso senza riferimenti della Rete. La solitudine del navigatore, è un prerequisito dell'orientamento, che non può preesistere, ma che dovrebbe svilupparsi nel viaggio. In realtà tale compito è reso difficile se non impossibile sia dalla mancanza di punti cardinali, sia da mescolamenti e sovrapposizioni di significati, sia dalla debolezza della stessa opposizione vero-falso, sostituita da quella attuale-virtuale.

Da una parte dunque, la Rete assegna all'individuo un posto sovrano, dall'altra questi si scopre debole, disorientato, marginale… […] Dunque, la tecnologia non esclude un eventuale lavoro di sacralizzazione dei suoi oggetti; piuttosto lo privatizza, lo frantuma, lo rende sempre provvisorio, incostante, mai definitivo. Da una parte la moltiplicazione, la serializzazione, la copia degli oggetti tecnologici mettono a dura prova ogni possibilità di valore sacrale, dall'altra la penetrazione della tecnologia nei più intimi recessi della vita individuale e collettiva stimola nuovi imprevedibili processi di conferimento di sacralità."

Paolo Apolito

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Questi brani sono stati tratti da "Breve storia del tarantismo", se vuoi leggere altri testi, torna... in transe!

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