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Dietro la tammurriata nera

Dallo sciamano al raver

Si è scelto Tammurriata nera come titolo di questo capitolo e Dietro la tammurriata nera come denominazione generale di tutto il libro perché il noto pezzo musicale napoletano del secondo dopoguerra che porta il titolo evoca simbolicamente gli intrecci dei temi trattati nel presente testo. […]

Buona parte del presente testo, fin qui, ha avuto fra i suoi scopi anche quello di sottolineare gli influssi esercitati sulle culture protomediterranee da parte di quelle protostoriche dell'Africa del nord e, ancora oltre, su queste ultime da parte di quelle dell'Africa nera e gli altri influssi che lungo gli stessi canali si sono avuti nel bacino del Mediterraneo a partire dalle regioni sahariane ed in queste a partire da quelle subsahariane nella fase islamica.

Questi influssi connessi a fenomeni sincretici avvenuti a molti secoli (talora a millenni) di distanza fra loro hanno portato ad intrecci che soltanto in termini di polisincretismi possono essere adeguatamente analizzati e spiegati; ciò è avvenuto fra le due coste del Mediterraneo come, per altro verso, fra le due coste dell'Atlantico.
In entrambi i casi le culture egemoni e quelle subalterne in contatto attingevano inconsapevolmente, in parte, alle stesse sorgenti, con la precisione che tali sorgenti, costituendo il loro "lato oscuro" ( e non nobile) che le ponevano in contaminante vicinanza e perfino sinergia con coloro che erano considerati inferiori, sono state sistematicamente rimosse e negate al di là di ogni evidenza dalle culture egemoni, mentre sono state altrettanto sistematicamente e pervicacemente esaltate nell'ambito di quelle subalterne.

[…] l'islamizzazione genera una nuova egemonia ma non sradica quelle realtà, né tantomeno quei sincretismi che, anzi, attraverso il fiorire della rete di interazioni in ambito islamico possono addirittura consolidarsi e ricevere nuova linfa, ad esempio dalle regioni saheliane.
I musulmani portano con sé quei sistemi culturali e cultuali nella penisola iberica, in Sicilia, in Puglia, ed in Calabria (sia pure in misura circoscritta temporalmente e geograficamente) ed indirettamente in Sardegna (dove le forze islamiche spezzano il dominio bizantino senza però sostituirsi direttamente ad esso, ma instaurando oltre due secoli di rapporti intensissimi): in terre cioè, che avevano visto già i contenitori polisincretici delle civiltà punica e, in talune aree, greca e che erano state, in particolare, i luoghi del grande dramma mediterraneo delle Guerre Puniche.

[…] Quando le genti del nord, franco germaniche (ossia Normanni, Franchi, Burgundi ed altri), si abbattono sul Mediterraneo e diventano i motori dell'attacco alla koinè musulmana ma anche alle società cristiane mediterranee ( da Costantinopoli alla Provenza, dall'Italia del sud alla Liguria) inizia il ripiegamento della cultura islamica in ambito europeo su posizioni di subalternità dinanzi alle forze neoegemoni, ma ciò non comporta la sparizione assoluta né degli elementi propri di quella cultura, né di quelli già polisincretici che essa contiene, cosicché la cultura musulmana sotto i "cattolicissimi" sovrani iberici o sotto i nuovi dominatori della Sicilia e del sud d'Italia si fa criptica, sincretica, con sé e dentro di sé continua a portare quella berbera e quelle dell'Africa subsahariana.

Le prime percussioni di cui si ha notizia giungono in Europa con il fiorire dei traffici mediterranei in età classica, attraverso la mediazione fenicia, cartaginese e greca, a parte le eccezioni a cui si è accennato, sono strumenti utilizzati già nei territori extraeuropei mediterranei essenzialmente per segnalazioni, sia negli eserciti, sia per mantenere il ritmo dei vogatori sulle navi, esigenza particolarmente importante quando appaiono le grandi imbarcazioni a più ordini di remi di difficile coordinazione; attraverso la penetrazione delle culture delle sponde sud ed est del Mediterraneo, prima, e le colonie greche e poi soprattutto l'espansione romana su quelle coste, poi, i tamburi si diffondono in questo preciso ambito funzionale, in Europa.

Nelle regioni mediterranee extrauropee e tanto più in quelle africane a tale categoria di funzioni degli strumenti percussivi se ne affiancavano molte altre, incluse quelle di tipo rituale, che prevedevano varie tipologie di strumenti di questa classe.

 

SILVIO MARCONI, "DIETRO LA TAMMURRIATA NERA"
EDIZIONI ARAMIRE', 2003 - LECCE

 

Tarantismo e Neotarantismo: quali affinità?

Questi brani sono stati tratti da "Dallo sciamano al raver", se vuoi leggere altri testi, torna... in transe!

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