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Il misterioso culto delle madonne nere

“[…] Nei primi tre secoli dell’era cristiana si aveva sempre più l’impressione che un’adorazione generalizzata della Grande Dea potesse affermarsi come religione dominante dell’Impero Romano, che avrebbe incorporato addirittura i culti di Mithra e del Sol Invictus. Aveva dominato da Oriente a Occidente sotto un gran numero di nomi prima che gli elleni arrivassero in Grecia o i romani in Italia. Dopodiché, nonostante il formalismo dell’adorazione dell’imperatore e della religione ufficiale, un’ondata di devozione popolare la stava ormai riportando al ruolo preminente di cui aveva goduto prima dell’avvento della religione dell’Olimpo. (…) Nel Cristianesimo, il principio femminile era rappresentato dalle Madonne nere, dalle Vergini bianche e da una schiera di sante, ciascuna dotata di un suo simbolo e di una specifica natura. Man mano che il Cristianesimo si affermò, le grandiose statue di bronzo e di marmo delle divinità pagane vennero distrutte. Sopravvissero immagini domestiche più piccole oppure offerte votiva, nascoste nella terra, nelle fenditure delle rocce o dentro alberi cavi, specialmente nei luoghi di campagna più sperduti. Alcune andarono perdute, altre, forse, ancora visitate come alberi e pietre mitologiche, molto tempo dopo che la loro vera natura era stata dimenticata. […]

[…] Il Priorato insiste sull’idea che la Madonna nera, adorata sotto altri nomi quali Diana o Cibele, sia in realtà Iside, la vera dea di Francia, adesso conosciuta come Nostra Signora della Luce. Cinquecento anni circa prima che Dagoberto II si impegnasse, a quanto pare, a restaurare il culto della Madonna nera, Iside era già stata definita, nell’Asino d’oro di Apuleio, la dea universale per eccellenza, che riassumeva gli attributi di tutte le altre. (…) Più di qualunque altra dea, Iside viene rappresentata come una madre premurosa, con il piccolo Horus al seno o il piccolo Arpocrate sul grembo, a godersi il silenzio, sebbene allatti anche i faraoni, così come le Madonne nere di Chartres e di Chatillon concessero il loro latte a Fulberto e a Bernardo. In queste immagini risiedono le origini della Madonna con Bambino. L’ankh che Iside porta come suprema iniziatrice potrebbe spiegare alcune strane forme degli scettri impugnati dalle Madonne nere che, come Iside, spesso prediligono il colore verde. (…)
[…]

[…] è strano anche il fatto che le Madonne nere, che sono state con noi tanto a lungo e in così gran numero, così spesso nascoste e ritrovate, debbano adesso, per la prima volta, essere universalmente riconosciute come categoria a parte all’interno dell’iconografia della vergine in Occidente, “Stiamo vivendo”, scrisse Jung in PRESENTE E FUTURO, “in quello che i greci chiamavano il Kairòs – l’epoca giusta - per una metamorfosi degli dei, vale a dire dei principi fondamentali dei simboli”. Se è arrivato il momento, o il momento giusto, per scoprire la Madonna nera, come possiamo capire cosa stia cercando di dirci? (…)


Questi brani sono tratti dal libro
Il misterioso culto delle Madonne nere
di Ean Begg, EDIZIONI L’ETA' DELL’ACQUARIO, 2006

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