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Antropologia della musica

“Lomax […] ha descritto i gesti che possono essere considerati caratteristici di alcune popolazioni, nel corso delle esecuzioni musicali. Mettendo a confronto i cantanti americani bianchi con quelli negri egli propone le seguenti differenze:
Musica folk bianca
Il corpo del cantante è rigido
Tanto quando questi sta seduto che quando sta in pie di. La testa è riversa all’indietro. L’espressione del volto ricorda quella di una maschera: è come chiusa in se stessa; nel momento in cui le note sono alte, la sua espressione diventa quasi angosciata.
Musica folk nera
Il corpo del cantante è rigido
si muove sinuosamente, ed è rilassato. Il cantante balla al ritmo della musica. L’espressione cambia a seconda del contenuto del canto, spesso da un verso all’altro; può capitare che il cantante sorrida o rida.

Più avanti Lomax indica le seguenti caratteristiche del viso e del corpo di vari gruppi etnici. Europeo antico “…l’espressione del viso è vivace ed animata, spesso rialssata”; Spagnolo del sud “gola rigida e…un’espressione di agonia sul volto”; Spagnolo del nord “il corpo del cantante è rilassato, la gola non è carica di tensione né gonfia, l’espressione del viso è composta e allegra, ed anche se non può dirsi vivace, certamente non è malinconica o rigida”; Italiano del nord “i cantanti tengono le braccia intorno alle spalle dei loro compagni, e si appoggiano ad una tavola bagnata di vino; le loro voci sono armoniose; si scambiano sorrisi benevoli”; Italiano del sud “ l’espressione del viso ricorda quella di un agonizzante, la gola gonfia e rossa a causa delle forti tensioni, la fronte contratta dal dolore”.

[…] “Si sa che spesso la musica accompagna i riti di guarigione nelle società incolte ma la qualità dell’influenza specifica della musica è ancora ignota o comunque espressa in termini molto generali. Nella nostra cultura sono migliaia di anni che si riconosce alla musica un potere terapeutico; tutti sappiamo che circa quattromila anni fa gli egiziani definivano la musica “medicina dell’anima”. Gli antichi ebrei usavano la musica per curare sia i disturbi fisici che quelli mentali. […]
Nel 600 a.C. si dice che, a Sparta, Talete avesse curato una piaga per mezzo della musica; e Pitagora ordinò che la musica fosse usata per curare i disturbi mentali. Quindi sin dall’inizio della storia della nostra cultura si hanno prove sulla natura del rapporto tra la musica e l’organismo umano”.

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ALAN P. MERRIAM, ANTROPOLOGIA DELLA MUSICA - SELLERIO EDITORE PALERMO, 2000

 

Tarantismo e Neotarantismo: quali affinità?

Questi brani sono stati tratti da "Breve storia del tarantismo", se vuoi leggere altri testi, torna... in transe!

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