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Alfonso Di Nola

[…] "Per quanto riguarda i tratti specifici distintivi, contrapposti a quelli del modello religioso egemone, la religione contadina, nelle sue forme storiche regionali, esibisce subito una grande varietà di tematiche mitico-rituali di natura locale, che la qualificano per la molteplicità e peculiarità dei modelli, in ciò contrapponendosi alla tendenza unificante del cristianesimo egemone. Ci si riferisce a quella funzione dei patronati locali, del santo deus loci. […] Concorrono, dunque nella religione contadina forme culturali nettamente localizzate con forme culturali comuni a tutti i gruppi rurali e speso queste ultime in dipendenza del carattere universale dei problemi economici ed esistenziali (sant'Antonio abbate in dipendenza dell'allevamento di maiali e animali di cortile e in dipendenza della difesa delle stalle contro il fuoco).
Queste forme, va tenuto presente, non dispiegano mai secondo linee autonome e indipendenti dal modello religioso egemone, ma sono da esso contaminate in commistioni e sincretismi rilevabili di volta in volta nelle singole aree. In genere, allo stato attuale delle culture rurali residue, il contadino aderisce, fondandoli nella propria visione del mondo, a due diversi quadri religiosi. Per un lato egli segue la proposta mitica della religione cristiana unificante, frequentando, per esempio, la liturgia domenicale, partecipando ai rituali cattolici e anche ai nuovi esperimenti di liturgia comunitaria fortemente demitizzata ed impegnativa; ma per un altro lato, resta ancorato al suo universo mitico e rituale, proprio perché questo lo connette non già ad una dimensione di dipendenza generica ed amorfa ( come è nel culto egemone), ma a una concretezza di esperienze economiche dirette e pressanti ( il campo, il raccolto, la vendemmia, questa o quella malattia di uomini o animali ecc.) Nel momento non egemone dell'attuale religione sincretistica residuano, con la incidenza talvolta notevole, elementi culturali e mitologici non cristiani, per spiegare i quali l'ipotesi di survivals pagani e tardo-antichi non appare sempre convincente, salvo nei casi in cui la derivazione storica è documentata in forma evidente e diretta".


[…] "La consistenza attuale dell'ideologia dominante ha acquisito, nella sua fase postindustriale, quelle speciali caratteristiche che, attraverso la proposta consumistica, concretano un'imponente reificazione dell'uomo, una sua totale riduzione a oggetto, in una omologazione deintentificante imposta dalle stesse leggi del mercato consumistico, il quale esige, secondo un discorso che Pasolini aveva più volte fatto, l'eguaglianza amorfa di tutti in rapporto alla destinazione universale dei prodotti.
L'operaio e il contadino sono coinvolti in tale degradazione dell'uomo: così che i ritorni alla festa non assumono il valore di una reviviscenza dei miti che sono dietro l'occasione festiva, ma quasi divengono il recupero di un 'identità umana perduta e frammentaria, un riattingimento alle radici.
[…] Il momento festivo diviene l'occasione della liberazione dalle cariche angoscianti, conserva sicuramente tutti i significati positivi dell'incontro fra uomini, ha, cioè, le valenze del gioco e del divertimento; ma sottende anche, in una tensione non quantitativamente indifferente e secondaria, il disagio e la sofferenza della propria condizione umana affidata alle alee non dominabili".

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Questi brani sono stati tratti dal libro
ALFONSO DI NOLA, "Gli aspetti magico-religiosi di una cultura subalterna italiana",
ED. BOLLATI BORINGHIERI, 2001 - TORINO



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