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La Notte della Taranta
LA
PENULTIMA NOTTE?
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La Notte della
Taranta
fiumi di parole, polemiche, apprezzamenti, livori,
ma prima di tutto e sopra ogni cosa
MUSICA!
Abbiamo fino ad oggi volutamente taciuto sullargomento, tranne
che in qualche breve intervento nelle ultime pubblicazioni (cfr.
Neotarantismo
ed. Stampa Alternativa) pur osservando, ascoltando
e valutando; ma oggi approfittiamo di un disco per spendere qualche
parola in merito ad un evento che ormai è senzaltro
glocale, vale a dire un evento locale che ha assunto
dimensioni e toni globali ( anche a livello di comunicazione, in
quanto trasmesso su satelliti e quindi fruibile a livello planetario).
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Il disco
da cui vorremmo prendere spunto è La notte della Taranta,
vale a dire quello che ripropone 7 fra i brani eseguito nella parte più
coinvolgente ed affascinante della manifestazione del 2003 tenutasi a
Melpignano a chiusura della sesta edizione della rassegna organizzata
nei comuni della Grecìa Salentina.
Parliamo del momento musicale che vedeva sul palco musicisti della tradizione
salentina coordinati da Stewart Copeland, Vittorio Cosma e Massimo Martellotta,
coadiuvati dallEnsemble Bash, da Ares Tavolazzi e Giancarlo Parisi;
arricchiti dai prestigiosi interventi di Raiz, Teresa De Sio e le due
voci dei Radiodervish. Un evento musicale, dicevamo, tanto affascinante
che avrebbe potuto avere più spazio, come anche lesibizione
di Uccio Aolisi in apertura di serata, magari limitando linterminabile
momento musicale di Ambrogio Sparagna e la Bosio Big Band.
Tanto per rimanere nellambito del cd di cui vorremmo apprezzarne
i contenuti, diremo che è un disco da assaporare dall'inizio alla
fine senza escludere alcun brano. A partire dalla Pizzica degli Ucci
e Menamenamò si procede in un crescendo con gli Stornelli,
dove tanto Teresa De Sio quanto Raiz e Nabil Salameh danno un assaggio
di cosa significa essere grandi interpreti, e di come artisti del loro
calibro possono interpretare di tutto, conferendo tocchi di magia musicale.
Sicuramente di grandioso impatto emotivo è la versione de Lacqua
de la funtana interpretata straordinariamente dallinconfondibile
voce di Raiz e accompagnato da incantevoli vocalizzi del trio Villani-Pagliara-Giannuzzi,
in forte e affascinante contrasto con chitarre rock ed esorbitanti percussioni.
Incanto della voce arabo - napoletana miscelate alle melodie salentine
magistralmente concertate
un effetto unico
E che dire di una versione di Santu Paulu, ovvero la pizzica più
famosa delluniverso etnico, dove le percussioni possono dar luogo
alla LORO estasi per il nostro piacere coreutico. La navigata voce in
tali modalità musicali di Teresa ci riporta ai sogni che ci propinava
negli anni 70 quando per prima incise una Pizzica Tarantata di indelebile
memoria ed impareggiabile bellezza nel novero delle riproposizioni della
musica popolare. Non possiamo non rinominare Raiz che connubia la pizzica
con la sua versione di Sanacore, amalgamando così versi
di tammurriata a ritmi salvifici
Ricordiamo che al cd è allegato un DVD che dà unidea
di ciò che avveniva quel 17 agosto del 2003, dando appuntamento
a circa 50.000 persone in un paese di 3.000 abitanti.
Al di là di ogni polemica (e tante ce ne sono state ultimamente,
senza esclusione di colpi, anche in sedi legali) questa manifestazione
è stata fino al 2003 un evento di grande rilievo musicale, di incontri
di culture; e, come dichiara Sergio Blasi, ideatore della rassegna e sindaco
di Melpignano, un confrontarsi con i linguaggi della musica contemporanea.
Ma è anche sicuramente bersaglio di acerrime critiche da parte
di coloro che ritengono che la salvaguardia e la rivalutazione delle tradizioni
passa solo e attraverso la riproposizione della musica popolare salentina
alla Stifani maniera, o con strumenti che non siano altro
che quelli usati dai musicisti tradizionali.
E inoltre un momento di grande valore economico e turistico per
un Salento che fortunatamente regge alle devastazioni industriali. Ma
è anche unoccasione che mette in moto ingenti quantità
di denaro inducendo in contraddizione anche coloro che in passato non
avrebbero mai mosso un dito o suonato una nota per tale manifestazione.
Così come dà spunto a scambi commerciali spropositati che
danno del Salento unimmagine assolutamente impropria (affitti stellari,
costi assolutamente impensabili per ogni merce di scambio in periodi non
vacanzieri).
Si giunge così alla manifestazione del 2004 che ci vede in disaccordo
per le scelte musicali, effettuate, forse, pensando che si sia persa creatività
e fiducia nel continuare un discorso culturalmente attinente al contesto,
portatore di prosperosi incontri di linguaggi. Francamente non pensiamo
che Franco Battiato possa cantare durante un suo concerto Quanno
te llaje la faccia, un tradizionale interpretato da Tito Schipa;
o che Gianna Nannini riproponga ancora una volta Fimmene Fimmene
il
che ci induce a pensare che la scelta artistica dei suddetti musicisti
sia puramente una operazione commerciale.
Si vocifera che quella del 2004 sia stata lultima edizione de La
notte della taranta e che la condizione perché essa si riproponga
sia un cambiamento dei presupposti culturali. Stando così le cose,
non potremmo che essere daccordo.
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