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Andrea Parodi

ABACADA, E CHE PACE SIA

Arakne Mediterranea - Danzimania Andrea Parodi, una voce singolare, straordinariamente affascinante, ammaliante, inconfondibile. Un percorso cinto da costanti riconoscimenti e premi prestigiosi come il Tenco, Recanati e l'internazionale di poesia Nosside.

Già componente dei Sole Nero, Coro degli Angeli e Tazenda decide di lavorare in svariate collaborazioni quali Pierangelo Bertoli, Fabrizio De Andrè, NCCP, Enzo Gragnaniello, perfezionando inoltre le sue qualità di composizione ed interpretazione etno-jazz. Giunge così alla produzione di un disco tutto suo, un lavoro che intende esprimere il proprio sentire mediterraneo, la sua poesia declamata in liriche accompagnate da sonorità acustiche.
Nasce una opera irresistibile, un disco che coinvolge, incanta e delizia. "Abacada" è il titolo del lavoro e la prima parola del vocabolario sardo, parola che significa "Pace", "Calma". Ed è sicuramente il sentimento che per primo si espande negli animi di chi ascolta il lavoro di Andrea Parodi, coadiuvato da ottimi collaboratori tra i quali non possiamo non annoverare Michele Pio Ledda per i testi e Francesco Sotgiu per le musiche.
Andrea Parodi
Anche questo è uno dei pochissimi dischi che si fanno apprezzare dalla prima all'ultima traccia, tutto d'un fiato e senza interruzioni di sorta. È come un racconto che non può rimanere insoluto quando ci si inoltra nella sua trama in quanto visita terre differenti e ne racconta luoghi e vicende; ed è questo un racconto che ci conferma quanto a volte la comprensione di un testo possa essere ininfluente rispetto al trasporto melodico e sonoro di espressioni e sensazioni di questa levatura. Strettamente cantato in sardo il viaggio inizia con "Efix", uno dei personaggi di "Canne al vento" di Grazia Deledda; ed immancabili saranno, come d'altronde in diversi altri brani, le launeddas, magico strumento ancor più magico tra le mani di Gavino Murgia. Il brano "Abacada", ispiratosi ad una melodia greca, è un po' l'immaginare ed il sentire note che accompagnavano riti antichi, magari misterici o dionisiaci, e Mauro Palmas è uno dei musici che accompagneranno il rituale.
Il percorso continua affiancati da sonorità maghrebine con "Camineras", per poi spostarsi in altri lidi con una inedita interpretazione di "Astrolicamus" ove si sprigionerà una felice commistione con sonorità jazz velate di tango. In due tracce Andrea si avvarrà della collaborazione delle magiche Faraualla, una delle quali coniugherà i ritmi della pizzica con quelli di alcune danze sarde in "Sale'ntu" (che poi in sardo significa "Sale e Vento"), e qui Arnaldo Vacca dirà la sua con appena 5 strumenti a percussione. Andrea visiterà anche il Burkina Faso prendendo a prestito "Sizà" di Gabin Dabirè. Ma tanto per rimanere un po' in Sardegna reinterpreterà "Soneanima", già presentata in un progetto in collaborazione con gli Indaco. Soprattutto ci darà motivo di danza e di estremo piacere nell'ascolto di "Inghirios" duettando con una delle voci femminili più eleganti dell'isola: Elena Ledda.
Lo spirito del disco è nobile quanto di estrema raffinatezza i contenuti. Ad oggi l'ascolto di molta più musica di tale portata potrebbe probabilmente contribuire alla costruzione di un pianeta migliore, con meno conflitti e più "Abacada".

 

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